Video: Le applicazioni per iOS e Android inviano i nostri dati alle società pubblicitarie

Apple e Google impongono regole molto rigide agli sviluppatori che realizzano applicazioni per iOS e Android, vietando loro di condividere i dati degli utenti con aziende o terze parti senza il loro consenso. Wall Street Journal ha effettuato un piccolo controllo su 101 applicazioni per Android e iOS, cercando di vedere se queste applicazioni rispettano o meno le regole di sicurezza. Tra le applicazioni testate, quelle realizzate per iOS inviano la maggior parte dei dati, e questo è molto preoccupante considerando che i rispettivi dati includono: l'ID del telefono, l'età della persona, la posizione, il sesso, quali applicazioni utilizza, a quali giochi gioca/ecc.

Quelli di Apple sostengono che tutte le applicazioni che inviano tali dati richiedono la previa autorizzazione degli utenti, ma in realtà questo non accade e per un'azienda che impone regole così rigide per accettare le applicazioni nell'AppStore, è abbastanza imbarazzante.

Apple afferma che le app per iPhone "non possono trasmettere dati su un utente senza ottenere la previa autorizzazione dell'utente e senza fornire all'utente l'accesso alle informazioni su come e dove verranno utilizzati i dati". Molte app testate dal Journal sembravano violare tale regola, inviando la posizione di un utente alle reti pubblicitarie, senza informare gli utenti.

In Google la situazione è più semplice, cioè "ognuno per sé", perché Google è un'azienda che raccoglie tutti i tipi di dati sugli utenti che utilizzano i suoi servizi, quindi era normale non dare un prezzo alto alla sospensione questo tipo di pratica.

"Il nostro obiettivo è garantire che gli utenti abbiano il controllo su quali app installano e notino a quali informazioni accede l'app", afferma un portavoce di Google.

Quindi, quando utilizzi un'applicazione per Android o iOS, pensa che le tue informazioni finiranno sui server di diverse aziende.