Secondo un nuovo studio gli iPhone sono gli smartphone più vulnerabili

  Gli iPhone sarebbero tra gli smartphone più vulnerabili e attirerebbero l’attenzione della maggior parte degli hacker, conformarsi uno studio recentemente pubblicato. Sembra che la popolarità dei terminali tra i consumatori, il sistema chiuso pensato da Apple e il prezzo estremamente alto degli exploit spingerebbero gli hacker ad attaccare la piattaforma di Cupertino. Lo studio è condotto da una società chiamata SourceFire, copre 25 anni di vulnerabilità segnalate in due database nazionali negli Stati Uniti e l'81% delle vulnerabilità scoperte nelle piattaforme mobili sono state segnalate per iOS.

Secondo lo studio "25 Years of Vulnerabilities" di SourceFire pubblicato all'inizio di marzo, che ha analizzato le vulnerabilità dei dati Common Vulnerabilities and Exposures (CVE) e del National Vulnerability Database (NVD), la maggior parte delle vulnerabilità dei telefoni cellulari sono state trovate nell'iPhone di Apple. Il database fornisce 25 anni di informazioni sulle vulnerabilità da valutare, a partire dal 1988. Sono state trovate 210 vulnerabilità nello smartphone di Apple, dando a iOS l'81% della quota di mercato delle vulnerabilità dei telefoni cellulari. Questo è superiore al numero totale di vulnerabilità negli smartphone basati su Android, Windows e BlackBerry messi insieme, pari al 19%. 

  In pratica, lo studio documenta solo le vulnerabilità segnalate dalle aziende/utenti nei sistemi operativi, e sarebbe interessante che nel caso di iOS il numero di vulnerabilità aumentasse di anno in anno, sebbene Apple adotti nuove misure di sicurezza. Questo studio contraddice un altro recentemente pubblicato da F-Secure e reso popolare da Phil Schiller, la piattaforma Android viene "incoronata" come la più vulnerabile agli attacchi, tutto basato sul fatto che il sistema offre troppa libertà agli sviluppatori.

  Continueremo a vedere studi di questo tipo in futuro, ma finora i problemi maggiori si sono verificati su Android, dove le applicazioni riescono a sfruttare molto più facilmente il sistema operativo e le sue funzioni.