Apple paga tariffe di licenza più elevate rispetto a Spotify

Apple Music paga canoni di licenza 2 volte superiori a Spotify per i brani ascoltati dagli utenti attraverso la propria piattaforma.

Apple Music ha avuto un buon inizio e in un anno e mezzo dal lancio ha raggiunto i 20 milioni di abbonati, una cifra che altre società sperano solo. L'unico servizio con più clienti è Spotify e, secondo alcune informazioni apparse in giornata, anche Apple paga tariffe di licenza più elevate.

I dati pubblicati oggi suggeriscono che Apple paga 0.00735 dollari per ogni brano riprodotto, mentre Spotify paga 0.00437 dollari per ogni ascolto. Fondamentalmente Apple paga quasi il doppio di Spotify quando i suoi utenti ascoltano musica tramite Apple Music, e la spiegazione è molto chiara.

Attualmente Spotify genera il 63% di tutti gli ascolti musicali effettuati tramite servizi di streaming audio, avendo un chiaro monopolio in questo segmento, Apple, invece, genera solo il 7% del totale, ma è in terza posizione in alto, subito dopo YouTube, ma ben prima di Google Music, o di quelli di Deezer e Amazon.

Apple paga tariffe di licenza più elevate rispetto a Spotify

Sebbene Apple generi solo il 7% di tutti gli ascolti, incassa il 13% dei ricavi totali, solo Spotify incassa più soldi, più precisamente il 69% del totale. Apple raccoglie quasi 4 volte più soldi di YouTube, e questo anche se l'azienda di Google genera 3 volte più visualizzazioni, ma questo metodo di successo è comune per Apple.

Al momento la differenza tra Apple Music e Spotify in termini di numero di brani ascoltati e introiti incassati è enorme, ma probabilmente diminuirà nel tempo. Apple e Spotify ampliano costantemente la propria base di utenti, ma Apple ha sempre avuto la capacità di guadagnare molti soldi con piccole quote di mercato, quindi la stessa cosa accadrà anche qui.

Come puoi vedere, le prime 10 società di streaming generano insieme ad Apple Music e Spotify il 99% del fatturato totale di questo settore. Tra tutti, YouTube genera il maggior numero di riproduzioni per ogni brano e album, ma i ricavi risultanti sono molto inferiori a quelli che Google vorrebbe.

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