Facebook Possiamo dire che il 2018 è stato un anno estremamente negativo, con molti scandali che hanno seriamente compromesso la fiducia delle persone nell'azienda, ma gli americani vogliono risolvere i problemi che hanno. In questa idea hanno assunto l'ex vice primo ministro britannico, Nick Clegg, sarà lui il vicepresidente che guiderà la divisione "affari globali" all'interno di Facebook, cercherà cioè di sfruttare la sua esperienza diplomatica per evitare ulteriori multe.
Facebook ha assunto un diplomatico perché sta iniziando a essere indagato dalle autorità di vari paesi per le continue violazioni della sicurezza scoperte, e l'ex vice primo ministro britannico porta un "nuovo respiro" all'azienda. Usando la sua esperienza e i suoi contatti, può aiutare i governi di vari paesi a collaborare meglio con Facebook per risolvere problemi, fare indagini e pensarci due volte prima di avviare indagini serie.
Facebook: ASSUNTO DEPREMIER per risolvere i PROBLEMI
Facebook ha iniziato a parlare con l'ex vice primo ministro britannico quest'estate, poco dopo essere stato coinvolto nello scandalo Cambridge Analytica, quindi l'intera mossa è stata ben pensata dagli americani. È chiaro che il ruolo di Clegg all'interno di Facebook è quello di essere un ambasciatore nel vero senso della parola, l'azienda ha bisogno di un vero diplomatico per evitare l'emergere di leggi che ne controllino ulteriormente l'attività.
"Facebook ha assunto l'ex vice primo ministro britannico Nick Clegg come vicepresidente degli affari e delle comunicazioni globali. Clegg sostituisce Elliot Schrage, che ha annunciato la sua partenza dalla carica di responsabile delle comunicazioni e della politica globale a giugno dopo circa 10 anni in azienda. Clegg riporterà al COO di Facebook Sheryl Sandberg. Clegg inizierà il suo lavoro lunedì. Lavorerà da Londra per i primi mesi e si trasferirà con la famiglia in California all'inizio del prossimo anno."
Facebook è la prima azienda che possiede una rete sociale e che assume un ex vice primo ministro per assicurarsi che i problemi attuali non diventino molto più grandi in futuro, ma dovremmo aspettarci lo stesso anche da altre aziende. Non è escluso che Apple, Microsoft, Google o Twitter scelgano di fare esattamente quello che sta facendo Facebook in questo momento, ma tutto dipende da quanto grandi saranno i problemi legali che avranno queste aziende.