Vodafone. Clausola ABUSIVA nei Contratti per i quali è SANZIONATA

Vodafone. Una clausola abusiva nei suoi contratti gli procura una sanzione, e la sconfitta in tribunale davanti ai clienti insoddisfatti delle disposizioni illegali.

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Vodafone. Proprio come il resto operatori di telefonia mobile, ha nei suoi contratti una clausola un po' abusiva, che obbliga i clienti a pagare per prodotti di cui non beneficiano mai, e questo non è esattamente legale. Nel giugno 2018, Vodafone è stata sanzionata con un avvertimento dall'ANPC perché ha costretto due ex abbonati a pagare un risarcimento per la risoluzione dei loro contratti ed è stata costretta a restituire i soldi addebitati loro illegalmente.

Vodafone. I contratti sono stati risolti prima della scadenza della durata minima contrattuale per beneficiare di alcuni sconti, tra cui 1.8 euro per un abbonamento di 11 euro al mese, se il contratto è stato mantenuto per 2 anni. Vodafone ha affermato di offrire prezzi molto più bassi del normale per gli abbonamenti proprio per obbligare i clienti a rimanere sulla rete per un periodo determinato, offrendo le spiegazioni di seguito.

In caso di risoluzione del contratto prima della scadenza del periodo minimo contrattuale, su richiesta del cliente o per cause a lui imputabili, la società ha il diritto di richiedere il pagamento di un equo indennizzo pari al valore del danno causato, secondo le clausole del contratto di abbonamento. Ad esempio, il costo mensile totale per un consumo di 100 minuti sulla rete Vodafone Romania (dai vantaggi illimitati) e di 100 minuti su rete nazionale (dai vantaggi illimitati) sarebbe di 8 euro senza IVA, considerando che il minuto utilizzato in qualsiasi rete nazionale è 0,04 euro senza IVA. Inoltre, il costo totale mensile per l'utilizzo di 210 GB di Internet mobile da parte del cliente è di 1.411,76 euro IVA esclusa, considerando che l'utilizzo di 100 MB viene addebitato a 0,67 euro IVA esclusa.

Vodafone impugna una sanzione per clausole abusive nei contratti, ma perde in tribunale

Vodafone. La società sostiene di aver anche spiegato al cliente che dovrà pagare l'abbonamento per 2 anni per poter beneficiare di questa offerta, altrimenti dovrà pagare un indennizzo, come previsto dalla legge. Il tribunale ha invece apprezzato che Vodafone, pur avendo notificato al cliente il risarcimento, non può addebitare denaro per un servizio di cui il cliente non beneficia, cioè quel controvalore dell'abbonamento fino alla scadenza dei 2 anni, come addebitato dal resto degli operatori.

Le difese formulate dal ricorrente, nel senso che non è discutibile nel caso di specie l'applicabilità dell'art. 9 della OG 21/1992, consistenti nell'obbligo del professionista di immettere sul mercato solo prodotti o servizi che non ledano gli interessi economici del consumatori e a comportarsi in modo corretto nei rapporti con gli stessi, sono infondati, poiché le disposizioni della GEO 111/2011 invocate dal ricorrente riconoscono il diritto degli operatori a richiedere un giusto compenso, condizionando tale diritto all'obbligo di informare i utenti di conseguenza, e si riferiscono all'utilizzo dei servizi o alla durata minima richiesta per beneficiare di determinate promozioni o vantaggi, rispettivamente alle somme dovute dagli abbonati alla risoluzione del contratto, compreso, se applicabile, il recupero di determinati costi relativi a le apparecchiature terminali contrattuali, ma anche tali disposizioni di legge (OG 111/2011 – no) devono essere applicate alla luce delle disposizioni dell'articolo 9 dell'OG 21/1992 in materia di tutela del consumatore.

Vodafone. Se l'operatore avesse chiesto il valore dei telefoni scontati o di altre apparecchiature, non sarebbe stato sanzionato, ma per i servizi che non fornisce non può addebitare denaro. In sostanza, Vodafone, o gli altri operatori di telecomunicazioni, non possono addebitarti denaro come risarcimento per servizi non forniti, anche se hai sottoscritto un abbonamento per il quale hai beneficiato di uno sconto se lo paghi per un certo periodo di tempo.

Vodafone. La decisione è di primo tribunale, quindi può essere contestata dall'operatore, ma ciò non significa che lo farà, e che vincerà, se non avrà nuove prove, il tribunale ora giunge alla decisione che lui non aveva.