UBER: gli autisti RIFIUTANO le corse temendo il nuovo Coronavirus

UBER si trova ad affrontare un nuovo grave problema, i suoi autisti cominciano a rifiutare le corse per paura di contagio con il nuovo Coronavirus, per questo si lamentano.

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UBER comincia ad avere i primi problemi dopo che gli autisti hanno iniziato a rifiutare le corse per paura del contagio del nuovo Coronavirus, cosa che si prevedeva accadesse in questo segmento dell’economia di ogni Paese. Gli autisti di taxi, auto UBER o altri mezzi di trasporto alternativi, quando prendono le corse, si espongono al rischio di contrarre non solo il Coronavirus, ma qualsiasi tipo di virus, compresa l’influenza, ma qui è una situazione più particolare .

UBER hanno avuto autisti che si sono rifiutati di prendere voli dagli aeroporti dopo che in Gran Bretagna uno ha portato un paziente direttamente in ospedale perché si sentiva male e quella persona era stata confermata positiva al Coronavirus. Si tratta della prima persona contagiata dal Coronavirus a Londra, situazione che risale a metà febbraio, ma da allora alcuni autisti UBER hanno iniziato a rifiutare le corse negli aeroporti per paura del contagio, cosa che non è ancora cambiata.

UBER: gli autisti RIFIUTANO le corse temendo il nuovo Coronavirus

UBER hanno dato istruzioni agli automobilisti per proteggersi dal Coronavirus solo il 29 febbraio, quasi 2 settimane dopo l’incidente di Londra, ma molti di loro non si sentono sicuri a circolare per le strade. Sui forum di discussione di UBER ci sono molti autisti che, almeno negli Usa e in alcune zone dell'Asia, sono molto decisi a non accettare corse dagli aeroporti, ma a quanto pare anche quelli che li portano agli ospedali, ed è normale aver paura una possibile infezione da coronavirus.

“Lavoro nella Bay Area [San Francisco] e ho smesso di prendere le navette dall'aeroporto e sto riducendo le mie ore. La stessa macchina che uso per Uber è la stessa macchina con cui accompagno mia figlia a scuola. … Sono sicuro che non vogliono suscitare scalpore e far partire meno conducenti, il che equivale a non guadagnare soldi”.

UBER li ha dati ai suoi autisti una serie di istruzioni per prevenire il contagio da Coronavirus, ma la realtà è che sono del tutto inutili finché non esiste un finestrino separatore tra guidatore e passeggero e l’abitacolo non è ermeticamente separato. Gli autisti di UBER, così come chi guida i taxi, o altre auto che forniscono servizi di trasporto alternativi, o corrono il rischio e continuano la loro attività, oppure rinunciano a qualche corsa, e qualunque sia la situazione, la scelta è difficile.

UBER sicuramente ce la metterà tutta per convincere i suoi autisti a non rinunciare alle corse, soprattutto quelle negli aeroporti, ma nei prossimi mesi avrà un lavoro di persuasione molto difficile.