Il messaggio dei medici rumeni sull'ossigeno e sull'infezione da COVID

Il messaggio dei medici rumeni, Ossigeno, il contagio da Covid

I medici di un ospedale di Bucarest parlano con i rumeni del ruolo dell'ossigeno nella cura dell'infezione generata dal COVID, il tutto con l'idea di portare all'attenzione delle persone quanto bene bisogna proteggersi per non finire in ATI reparto negli ospedali.

"Il messaggio di un medico: "Il nostro ossigeno quotidiano...

La specie umana dipende dall’ossigeno. Se i polmoni non riuscissero a portare l’ossigeno necessario nel sangue, a causa delle diverse malattie che possono colpirli – tra cui il Covid-19 – l’organismo morirebbe.

Nei reparti COVID dell’Istituto di Pneumoftsiologia Marius Nasta, molto spesso i pazienti finiscono in ospedale con gravi danni polmonari evidenziati da spaventose saturazioni di ossigeno: 70%, 60%, addirittura 50%, ciò significa che meno della metà dei globuli rossi che arrivano nel polmone trovo questo gas per poterlo prendere e portarlo al cervello, al cuore...
Il trattamento è prioritario per questi pazienti, secondo i protocolli in vigore, e in primo luogo, il farmaco necessario fin dal primo momento in caso di COVID è l'OSSIGENO, che viene somministrato ad un flusso enorme per consentire alla saturazione di aumentare fino a livelli accettabili. livello per il funzionamento degli organi vitali, che hanno un ruolo chiave nella sopravvivenza dell’organismo alla crisi generata dal virus.

L’esperienza della pandemia ci ha dimostrato che il flusso di ossigeno richiesto può essere molto elevato, fino a 60 litri al minuto! E purtroppo alcuni pazienti continuano a peggiorare con tutte le cure disponibili al momento, richiedendo a volte mezzi invasivi, intensi e difficili da tollerare che permettano all'ossigeno di raggiungere gli organi vitali... e sono sicuro che molti di voi li avranno sentiti giorni le parole: ventilazione non invasiva o intubazione o ventilazione meccanica.

L’ossigenoterapia NON brucia i polmoni, ma è la chiave per sostenere la vita nella speranza di un’evoluzione favorevole delle lesioni indotte dall’infezione virale”.
Univ. Associata Dott.ssa Irina Strâmbu, Coordinatrice del Padiglione COVID, Istituto Marius Nasta."