Ministro della Difesa: L'ULTIMA VOLTA, Annuncio importante per le pensioni militari e rumene

Il Ministro della Difesa ULTIMA VOLTA Importante annuncia le pensioni dei militari rumeni

Il ministro della Difesa ha fatto due annunci estremamente importanti per tutta la Romania e che riguardano l'esercito in questo momento in piena guerra tra Russia e Ucraina, e questo perché è convinto che i romeni difenderanno il loro paese, così come Gli ucraini lo faranno, se ci sarà il pericolo di un’invasione da parte della Russia.

Il ministro della Difesa parla anche di pensioni militari, che non considera pensioni speciali, e dice che andrà a Bruxelles per appoggiarle, respingendo l'idea di ricalcolarle o tagliarle, volendo chiedere equità al Parlamento per quanto riguarda pensioni per la stessa posizione e grado.

"Sì, proprio come fanno gli ucraini, sono molto sicuro che i rumeni risponderebbero, se fosse il caso, per difendere il loro Paese. Ad un certo punto, all'inizio della guerra, sono apparse anche alcune notizie allarmanti, ma sono molto sicuro che i rumeni agirebbero, come fanno gli ucraini, se ci fosse la posta in gioco per difendere il loro paese e la loro terra.

Non ho alcuna emozione, ho studiato anche questo, ora stiamo facendo uno studio abbastanza massiccio sulle risorse umane dell'Esercito in cui abbiamo chiesto anche informazioni sulle condizioni di lavoro e di vita delle loro famiglie, di cosa hanno bisogno, se sono soddisfatti del sistema, meritocrazia, dei comandanti, di come possono dare feedback al sistema. Renderò pubblici, spero, tra due mesi i risultati di un ampio studio sulla qualità delle risorse umane e del clima, compreso il morale delle nostre truppe.

In nessun caso il sistema pensionistico verrà modificato (n. ndr si chiede se ci saranno ricalcoli/tagli) in questo senso. Ho una lotta su 2 livelli in questo momento, su 2 fronti, prima di tutto le pensioni militari non sono pensioni speciali, l'ho concordato con il Ministro del Lavoro, con il Primo Ministro. La prossima settimana andremo a Bruxelles, incontreremo un rappresentante della Banca Mondiale che sta facendo uno studio sull'argomento.

Mostreremo che in tutto il sistema NATO, come in tutta Europa, le pensioni militari non sono considerate privilegi, sono pensioni statali per le quali l’esercito contribuisce, e che erano un altro sistema in cui il merito veniva premiato perché c’erano molte libertà che furono persi dai militari a causa di questo status che avevano.

È chiaro che non accetteremo mai di passare ad un principio di contribuzione che non può funzionare, perché non è possibile ricalcolare tutti gli elementi di contribuzione del passato. Si è visto, si è provato circa 10 anni fa, e piuttosto il sistema si è confuso. Un secondo fronte della battaglia è riuscire in Parlamento a fare giustizia sulle pensioni, perché i riservisti subiscono un'ingiustizia perché sono usciti in periodi storici diversi, e normalmente bisogna rispettare il principio, a parità di rango e di funzione, pari pensioni. "