La disputa tra Apple e l’FBI è lungi dall’essere finita

La battaglia legale tra Apple si FBI riguardo alla compromissione della sicurezza iOS è tutt'altro che finita, secondo il direttore dell'agenzia federale americana, affermando che sia Apple che altri produttori dovranno ancora partecipare a processi come quello legato al San Bernardino.

James Comey, direttore dell'FBI, ha affermato che le reti terroristiche fanno affidamento sulla sicurezza dei sistemi operativi dei terminali mobili e delle applicazioni per svolgere le loro attività e pianificare attacchi, e che i produttori di questi prodotti devono collaborare con il governo degli Stati Uniti per divulgare i dati a informarli di questi piani.

L'informazione è stata fornita da Comey nel corso di una conferenza stampa in cui ha confermato che l'agenzia da lui guidata continuerà a lottare, con tutti i mezzi legali a sua disposizione, per garantire che tutti i cittadini statunitensi siano protetti dai terroristi.

Facendo un esempio, Comey sostiene che il nuovo sistema di sicurezza implementato da Facebook per WhatsApp Messenger pregiudica gravemente il lavoro dell'FBI, ma al momento l'agenzia federale non ha intenzione di denunciare la società proprietaria dell'applicazione di messaggistica.

Il direttore dell'FBI James Comey ha detto mercoledì che ci saranno ulteriori contenziosi con il governo degli Stati Uniti sull'accesso ai dispositivi elettronici e ha affermato che la crittografia è "un'attività commerciale essenziale" dei gruppi terroristici, come lo Stato islamico. In un briefing con i giornalisti presso il Federal Bureau of Investigation, Comey ha indicato che il dibattito su questioni sia legali che di privacy sulla possibilità o meno del governo federale di obbligare le aziende tecnologiche a sbloccare i dispositivi personali nell'interesse della sicurezza nazionale è lungi dall'essere terminato.

Secondo Comey, dall'ottobre 4000 ad oggi l'FBI aveva in suo possesso 2015 iDevices, di cui 500 non possono essere sbloccati senza l'aiuto di Apple, e questo rappresenta un grosso problema per l'agenzia perché non dispone ancora del software in grado di farlo. sfruttarli.

Infine, il direttore dell'FBI afferma di non sapere chi lo abbia fatto sblocca quell'iPhone 5C nella custodia San Bernardino per il quale si è battuto con Apple, ma sono sicuro che in futuro assisteremo a nuovi momenti di tensione tra l'agenzia federale e quella di Cupertino.