Gli asiatici fanno quello che gli europei o gli americani non hanno il coraggio di fare, più precisamente riescono a costringere Apple a cambiare la sua politica riguardo ai suoi iDevices. Dopo la modifica implementata in App Store di Taiwan che consente agli utenti di restituire le applicazioni dopo un massimo di 7 giorni dall'acquisto, la Corea del Sud costringe Apple a smettere di offrire terminali ricondizionati in garanzia. I coreani sostengono che la legislazione nazionale afferma chiaramente che tutti i clienti hanno diritto a ricevere un nuovo telefono, una riparazione o il rimborso del terminale rotto riportato in garanzia entro un massimo di 30 giorni dall'acquisto, ma l'azienda Apple ha offerto la riparazione terminali invece.
Gli acquirenti coreani di iPhone si sono lamentati del fatto che Apple fornisce dispositivi ricondizionati con parti usate solo quando ci sono problemi con il prodotto, anche se la garanzia del servizio afferma che i clienti possono ottenere rimborsi, nuovi telefoni o riparazioni gratuite, ha affermato la commissione. Secondo la revisione, i consumatori hanno il diritto di scegliere tra le opzioni, ha affermato il regolatore.
Sebbene queste regole si applichino solo ai terminali rimessi in servizio entro un mese massimo dall'acquisto, Apple si rifiuta di rispettare la legge, tanto che un'agenzia governativa ha costretto l'azienda di Cupertino a modificare la sua politica di garanzia. Qualsiasi terminale iPhone acquistato d'ora in poi in Corea del Sud verrà sostituito con uno nuovo se verrà restituito con difetti entro un mese massimo dall'acquisto, essendo questa la prima volta che Apple ha cambiato qualcosa nella sua politica sotto pressione da parte di un agenzia governativa.
Purtroppo in Europa nessuno prende posizione contro l'azienda per costringerla ad offrire 2 anni di garanzia sui suoi prodotti o per obbligarla a darci la possibilità di chiedere la restituzione delle applicazioni.
