Uno dei partner di Apple è accusato di non offrire condizioni di lavoro ottimali ai dipendenti che assemblano tablet iPad e iPhone

  Pegatron è uno dei partner Apple che assembla iDevices, ma le condizioni di lavoro nelle sue fabbriche sono pessime come quelle della Foxconn. Un audit indipendente recentemente effettuato negli stabilimenti dell'azienda rivela il fatto che i dipendenti vivono in pessime condizioni, non ricevono attrezzature sufficientemente buone per proteggersi dai materiali utilizzati nella produzione degli iDevices, lavorano troppo e non sempre ricevono i loro soldi. Inoltre, le aziende intermediarie che li assumono li costringono a lavorare per un certo periodo di tempo negli stabilimenti Pegatron, altrimenti li costringono a pagare multe, e una volta arrivati ​​lì, gli vengono trattenuti i documenti di identità per evitare che escano e vengano assunti altrove.

Le società di reclutamento, che vengono pagate per ogni lavoratore segnalato, spesso prendono parte della retribuzione del lavoratore se il dipendente non lavora per un periodo determinato e talvolta non riesce a fornire l'assicurazione legalmente obbligatoria per la quale Pegatron afferma di pagare i reclutatori, secondo gruppi di lavoro. Una lavoratrice della provincia di Henan, di cognome Zhu, ha detto di essere stata assunta tramite una società di reclutamento intermediaria e ora ha scoperto che deve lavorare per tre mesi per evitare multe da parte del reclutatore. GRAZIE. Zhu, che lavora in una catena di montaggio di iPhone, ha detto che intende lasciare la fabbrica dopo tre mesi. "Non ti dicono tutto", ha detto.

  Nonostante queste accuse, nella documentazione relativa ai partner quelli di Apple affermano che i controlli effettuati negli ultimi mesi hanno evidenziato solo alcuni dei problemi, e l'azienda chiede a quelli di Pegatron di risolverli. Ora Apple si trova ad affrontare i problemi avuti l'anno scorso con Foxconn, quando la stampa internazionale accusò Apple di sostenere un'azienda che tortura gli operai. Per il momento l'azienda non ha risposto alle accuse dell'agenzia che ha effettuato questo audit, e probabilmente non risponderà nemmeno, ma la sua immagine potrebbe essere gravemente compromessa se la stampa internazionale analizzasse attentamente il problema.